Luci di Maria - Novembre | Dicembre 2018 - page 6

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lo Spirito Santo ci rende partecipi della
vita divina che è capace di trasfigurare
tutto il nostro essere mortale. E nel suo
passaggio dalla morte alla vita, dal tem-
po all’eternità, il Signore Gesù trascina
anche noi con Lui a fare Pasqua. Nella
Messa si fa Pasqua. Noi, nella Messa,
stiamo con Gesù, morto e risorto e Lui
ci trascina avanti, alla vita eterna. Nel-
la Messa ci uniamo a Lui. Anzi, Cristo
vive in noi e noi viviamo in Lui. «Sono
stato crocifisso con Cristo – dice San
Paolo -, e non vivo più io, ma Cristo
vive in me. E questa vita, che io vivo
nel corpo, la vivo nella fede del Figlio
di Dio, che mi ha amato e ha consegna-
to se stesso per me» (
Gal
2,19-20). Così
pensava Paolo.
Il suo sangue, infatti, ci libera
dalla morte e dalla paura della morte.
Ci libera non solo dal dominio della
morte fisica, ma dalla morte spirituale
che è il male, il peccato, che ci prende
ogni volta che cadiamo vittime del pec-
cato nostro o altrui. E allora la nostra
vita viene inquinata, perde bellezza,
perde significato, sfiorisce.
Cristo invece ci ridà la vita;
Cristo è la pienezza della vita, e quan-
do ha affrontato la morte la ha annien-
tata per sempre: «Risorgendo distrusse
la morte e rinnovò la vita» (Preghiera
eucaristica IV).
La Pasqua di Cristo è la vitto-
ria definitiva sulla morte, perché Lui
ha trasformato la sua morte in supre-
mo atto d’amore. Morì per amore! E
nell’Eucaristia, Egli vuole comunicarci
questo suo amore pasquale, vittorioso.
Se lo riceviamo con fede, anche noi
possiamo amare veramente Dio e il
prossimo, possiamo amare
come
Lui ha
amato noi, dando la vita.
Se l’amore di Cristo è in me,
posso donarmi pienamente all’altro,
nella certezza interiore che se anche
l’altro dovesse ferirmi io non morirei;
altrimenti dovrei difendermi. I martiri
hanno dato la vita proprio per questa
certezza della vittoria di Cristo sulla
morte. Solo se sperimentiamo questo
potere di Cristo, il potere del suo amo-
re, siamo veramente liberi di donarci
senza paura. Questo è la Messa: entrare
in questa passione, morte, risurrezione,
ascensione di Gesù; quando andiamo a
Messa è come se andassimo al calvario
stesso. Ma pensate voi: se noi nel mo-
mento della Messa andiamo al calvario
– pensiamo con immaginazione – e
sappiamo che quell’uomo lì è Gesù.
Ma, noi ci permetteremo di
chiacchierare, di fare fotografie, di fare
un po’ lo spettacolo? No! Perché è
Gesù! Noi di sicuro staremmo nel si-
lenzio, nel pianto e anche nella gioia di
essere salvati. Quando noi entriamo in
chiesa per celebrare la Messa pensiamo
questo: entro nel calvario, dove Gesù
dà la sua vita per me. E così sparisce lo
spettacolo, spariscono le chiacchiere, i
commenti e queste cose che ci allonta-
no da questa cosa tanto bella che è la
Messa, il trionfo di Gesù.
Penso che ora sia più chiaro
come la Pasqua si renda presente e ope-
rante ogni volta che celebriamo la Mes-
sa, cioè il senso del
memoriale
. La parte-
cipazione all’Eucaristia ci fa entrare nel
mistero pasquale di Cristo, donandoci
di passare con Lui dalla morte alla vita,
cioè lì nel calvario. La Messa è rifare il
calvario, non è uno spettacolo.
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