Luci di Maria - Maggio | Giugno 2018 - page 12

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PAPAPAOLOVI
Padre Ubaldo Terrinoni
Profilo biografico
Giovanni Battista Montini è nato
a Concesio (Brescia) il 26 settembre
1897 (lo stesso giorno in cui moriva
santa Teresina del Bambin Gesù) da
Giorgio e Giuditta Alghisi. Insieme
ai due fratelli Ludovico e Francesco,
aveva ricevuto in casa una educazio-
ne improntata a “una soave severità”.
Scriverà più tardi il futuro papa: “All’a-
more di mio padre e di mia madre, alla
loro unione devo l’amore di Dio che
colmava i loro cuori e li
aveva uniti nella giovi-
nezza”.
Di costituzione fi-
sica molto gracile e pro-
prio a causa della sua
salute cagionevole, ave-
va dovuto frequentare il
collegio Cesare Arici di
Brescia come studente
esterno. Soffriva di pre-
occupanti disturbi cardia-
ci; infatti, da adolescente,
durante una passeggiata
in bicicletta in montagna
si ripeté una forte crisi
cardiaca, tanto che i ge-
nitori ne furono molto
preoccupati.
La malferma salute lo costringeva
a condurre una vita quotidiana ritirata,
come in una clausura, per sagge pre-
cauzioni. A 18 anni entrò in seminario
a Brescia ma, a motivo della fragilità fi-
sica, il vescovo gli permise di tornare a
casa dopo le lezioni al fine di beneficia-
re delle cure materne. Arrivò all’ordi-
nazione sacerdotale, il 29 maggio 1920,
con una salute talmente minata che il
vescovo ordinante (monsignor Gia-
cinto Gaggia) in quel giorno disse: “Lo
ordiniamo per il Paradiso…!”. E sia
pur con poche speranze che avrebbe
potuto reggere al peso degli impegni
accademici, fu mandato a Roma nel
seminario lombardo a proseguire gli
studi.
Il giovane sacerdote ne era con-
sapevole del suo stato di salute e si
mostrava anche molto preoccupato.
Scrivendo a un sacerdote suo amico e
confidente, monsignor Angelo Zam-
marchi, direttore dell’editrice “La Scuo-
la” di Brescia, si esprimeva così: “Sono
in grado di dare le dimissioni da uomo:
sono stato nuovamen-
te ammalato, ciò che
mi lascia molto pro-
strato e nell’unica pos-
sibilità di pensare che
sono perfettamente
impedito, senza avere
il permesso né la lena
per occuparmi anche
leggermente…”.
Il futuro papa ha
beneficiato a lungo di
una formazione uma-
no-spirituale robusta
e profonda per la fre-
quentazione dell’Ora-
torio di Santa Maria
della Pace a Brescia
con padre Caserana e padre Giulio Be-
vilacqua. L’attenzione costante alla for-
mazione culturale (letture di Newman,
Semeria, Benedetto Croce, Sertillan-
ges, Bossuet, Maritain…) ha permesso
di accentuare notevolmente una più
intensa vita spirituale. Per cui, poi, da
vescovo e da papa, è stato un pastore
intensamente attivo e altamente con-
templativo.
Coltivava fedelmente la vita in-
teriore con l’assiduità alla meditazione
della Parola di Dio e alla preghiera: “E’
così necessaria come è necessario il re-
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